
La bagarre sui bagni in parlamento sollevata da Elisabetta Gardini non ha fatto altro che garantire all'onorevole Guadagno una notevole pubblicità. Nel numero di Grazia in edicola mercoledì Luxuria torna sulla questione e spiega che non si identifica né con il genere maschile né con quello femminile, e il motivo per cui alla Camera utilizza il bagno delle signore è per un semplice motivo: «Sono più puliti, e nei bagni degli uomini creerei, forse, più scompiglio». «Lo usavo da sei mesi - prosegue - e non ha mai protestato nessuno. Poi è arrivata la Gardini e per dieci giorni è sembrato che l'Italia non avesse altro di cui discutere che del posto dove vado io a fare pipì. Mi sembra una follia».Vladimir Luxuria va però oltre la questione toilette, rivelando di non aver mai pensato di sottoporsi a un'operazione per cambiare sesso. «Non ho mai odiato il mio corpo. Non ho mai fatto terapie ormonali per diventare più femminile. Non ho mai nemmeno pensato di operarmi, né tanto meno ho intenzione di pensarci adesso». Si è concessa però l'elettro-coagulazione, poiché la barba non le piace.«Premesso che non esistono solo i due generi biologici ma esiste un continuum tra i sessi fatto di mille sfumature, ci sono mille modi di essere, e di sentirsi, uomo o donna - spiega Luxuria - Io sono un transgender. Essere transgender non è solo un fatto sessuale. È un modo di vivere e di rapportarsi con il mondo, senza mai identificarsi né con un sesso né con l'altro». Una situazione difficile da affrontare, fin da quando, da bambina, si accorse che per lei le cose non erano semplici come per gli altri, e questo: «Fino al giorno in cui ho cominciato a costringere il mondo a confrontarsi con me». Quel giorno Wladimiro Guadagno diventa Vladimir Luxuria, e inizia la sua nuova vita, inizialmente di nascosto dai suoi genitori. «Uscivo di casa con i vestiti da donna in una busta di plastica, poi mi infilavo in una cabina telefonica e mi cambiavo», e poco le importavano le persone che la deridevano, tanto era felice. A 16 anni fa il suo coming out.Ai giovanissimi che le chiedono consigli, spiega che l'operazione non deve essere un obbligo e che è importante parlarne con la famiglia e con uno psicologo: «Non sentitevi mai obbligati a soluzioni drastiche, se non sentite un bisogno veramente profondo, ognuno di noi deve trovare il suo posto nel continuum tra i sessi», anche se a volte sembra molto difficile farlo. E a tal proposito fa sapere che presenterà in Parlamento una legge che consenta il cambiamento del nome, da maschile a femminile e viceversa, a prescindere dall'operazione.
QUESTI SI' CHE SONO PROBLEMI.......